giovedì 31 gennaio 2013

I RISCHI DEL MESTIERE

Queste fasce di stoffa furono responsabili di un'invasione di coleotteri in casa mia, la scorsa estate. Sì, vabbè, "invasione"... in realtà si trattò di soli due esemplari vivi ed uno defunto, ma stiamo parlando di simil-scarafaggi alati, capaci cioè di volare e soprattutto di farlo esclusivamente nelle ore notturne con un rumore da elicottero. Trauma a vita.

In ogni caso la sconvolgente esperienza valeva la pena di essere vissuta, anche se furbizia insegna che quando si introduce in casa materiale dalla dubbia provenienza, lo si debba far stazionare un po' all'aperto prima di sottoporlo a completa disinfezione.

Metri e metri (ma metri e metri!) a motivo floreale colorato e ben fatto, recuperati chissà da cosa, già pronti con la piega per trasformarsi nelle rifiture di borse, ad esempio. Ho fatto un prototipo. Vi piace? Suggerimenti per impiegare il resto?


4 commenti:

  1. WOW! Bella fantasiaaa!!! Io farei di una fodera di un cuscino neutra una con le fasce cucite su, oppure dei runner, delle tovagliette....

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  2. mi ricordano la stoffa degli inserti applicati sulle tovaglie di Stia, nel Casentino... ne ho una con i decori di ghiande e foglie di quercia... io vedrei bene anche una tenda, alternando il decoro con strisce neutre azzurre o sabbia... oppure giuntandole in altezza e cucendole a cerchio, con una base di lino grezza, dei graziosi cestini portapane rotondi

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  3. Prendo spunto da Shanta e se riesci a trovare altra stoffa nelle tonalità affini a questa potresti fare un patchwork a strisce per farne una fodera per piumoni o scaldotto o per farne una trapunta (da abbinare al cuscino già suggerito). Insomma, tessili per la casa.
    A presto,
    Antonella

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