L'occasione e questo breve preambolo mi servono da cappello per introdurre delle persone ed un luogo eccezionali che hanno fatto da cornice a questo evento: l'Associazione Culturale Osservatorio di Monterotondo e la sua splendida "casa", la Cappella Calamai di Monterotondo. Delle persone ed un luogo che senz'ombra di dubbio esistono le une in funzione dell'altro: l'Associazione nasce ed esiste da un impulso che trova vigore nella Cappella e la Cappella è sopravvissuta e vive grazie al respiro dell'Associazione.
Com'era possibile che nella mia città qualcuno investisse in un luogo completamente sventrato, svilito e ucciso da decenni di volgarità ed incuria? La domanda rimase lì, aperta, perché il caso aveva deciso che non era quello il momento per trovare risposta. Passai altre volte ma la porta era sempre chiusa e la Cappella pareva inanimata. L'ipotesi che l'edificio fosse stato proiettato lì da qualcuno di esterno che sperava di far breccia nell'indifferenza dei passanti prendeva sempre più piede (c'è chi lancia un sassolino e chi lancia una Cappella settecentesca).
Passarono gli anni (e per voi che mi leggete un'altra settimana... il tempo è tiranno...a lunedì prossimo!)
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