lunedì 23 luglio 2012

LML- Monterotondo #3

Mi chiedono celerità e stringatezza... vediamo di venire a capo di questa Storia, ma non prometto nulla.

Eravamo fermi sulla porta, giusto?... con il sottoscritto che stava vagamente facendo la figura del matto... Ora non ricordo bene quale fu l'approccio, quali le parole (vabbè "buonasera" senz'altro, in fondo non siam mica a raccontare un incontro ravvicinato del terzo tipo), ma ricordo che la signora dette al mio entusiasmo l'interpretazione più naturale per lei in quel momento "Lei cosa fa... è un fotografo? Questi scatti sono..." ma la sua voce si perdeva nel percorso verso le mie orecchie, concentrato com'ero a trovare un modo per presentarmi "No in realtà sono molto più interessato al luogo che ospita queste foto"... secco con sorriso (un più per il tatto).

Rieccolo. Quello sguardo di... boh.. se dico gelida sorpresa mi capite? Stupore/diffidenza.. non so... Ma in sostanza mi dissi un sonoro "Cretino!"... per quel che ne sapevo potevo avere davanti la curatrice, ideatrice, progenitrice della mostra ed io avevo stroncato sul nascere la narrazione sulla passione più grande della sua vita. In realtà, fortunatamente, ed è bene che lo dica subito, ad un anno di distanza da quell'incontro (ed ora che soprattutto ne sono seguiti altri) posso tranquillamente affermare di aver riletto altre volte, anzi più e più volte, se non tutte le volte quello sguardo negli occhi cerulei della signora. Quindi la mia uscita non fu fuoriluogo... se non nei limiti delle regole di una garbata conversazione.


Forse a questo punto è bene che mi fermi dal raccontare per scene tutti i passi che mi hanno portato a conoscere l'Associazione Culturale Osservatorio di Monterotondo, perché toglierei importanza all'operato della stessa, confondendola tra i miei deliri.

Questo fu un primo incontro. In quell'occasione potei informare la signora di aver conosciuto la Cappella dal pugno di un uomo che l'aveva vissuta un mezzo secolo prima e che stavo lavorando per poter far parlare nuovamente a più persone possibili quei racconti. Lì venni a conoscenza dell'esistenza di una giovane architetto che stava portando avanti da anni un lavoro ben più degno di essere chiamato tale del mio, perché con i suoi studi stava ridando vita al percorso secolare che aveva preceduto i miseri cinquant'anni che avevo tanto a cuore.

Da lì poi, come una serie di pacchi da scartare, scoprii che proprio a un passo da casa mia esisteva un mondo nel quale mi sentivo perfettamente a mio agio. Un gruppo di persone nei cui intenti riconoscevo tanti dei miei. Persone che erano state disposte a sacrificare giorni, soldi, ore di sonno... in cambio della gratificazione di aver annullato i segni del tempo e dell'indifferenza non tanto su delle mura o su dei marmi, quanto su un patrimonio tanto intangibile quanto infinitamente prezioso.


Sic est... non divago oltre. Vi invito a prendere visione del sito, a ritagliarvi il tempo per passare in Cappella il martedì pomeriggio. Vi informerò sui futuri eventi. Voglio un sentito grazie per essermi limitato, perché mi stavo proprio divertendo a trasformare questa storia nella lunga vita di Marianna Ucrìa.

2 commenti:

  1. Accidenti, e come al solito adesso che è finita mi manca già....anche se a starti dietro mi è venuto il fiatone ;-))

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